Il rifacimento del tetto con isolamento è oggi un’operazione fondamentale che garantisce comfort e accesso ad agevolazioni fiscali, ma è un’operazione dispendiosa e imponente, sia per le abitazioni che per gli edifici industriali.
È importantissimo quindi affidarsi a esperti del settore per evitare spiacevoli sorprese e costi improvvisi da sostenere.
Per la buona riuscita di un tetto è infatti fondamentale la fase di valutazione, che permette di verificare quali siano le zone d’intervento e quanto ci sia da agire anche sulla struttura sottostante.
Nel caso dei capannoni industriali, può succedere che nella copertura ci sia dell’amianto: come muoversi quindi per il rifacimento?
Vediamolo insieme.
Se sei interessato al rifacimento del tetto di edifici civili, leggi anche: Rifacimento del tetto di edifici civili: come si fa?
Capannoni industriali con elemento di tenuta in cemento amianto: come fare?
Il rifacimento del tetto di capannoni industriali con elemento di tenuta in cemento amianto si rivolge solitamente a strutture medio/grandi: è fondamentale che l’impresa esecutrice sia in possesso dei requisiti e delle competenze adatte a trattare un simile materiale.
Per capire meglio che cos’è l’amianto, leggi anche: “Eternit: caratteristiche e sanzioni sull’uso dell’amianto”
Requisiti fondamentali
È necessario che l’impresa scelta sia iscritta all’albo dei gestori ambientali, che abbia l’autorizzazione per rimozione e trasporto di materiali contenenti amianto e che il personale sia in possesso del Patentino Regionale Amianto e sia in regola con le visite mediche.
Strumentazione adatta: sicurezza ed essere pronti a tutto
Per la rimozione e il trattamento di coperture con elemento di tenuta in cemento amianto è opportuno che l’impresa valuti i sistemi anticaduta più idonei, da utilizzare singolarmente o in combinazione a seconda dei casi (ponteggi o barriere da montare in gronda, reti anticaduta o linee vita). La sicurezza viene prima di tutto!
Saranno inoltre ovviamente necessari mezzi per la movimentazione dei materiali (come camion gru o sollevatori telescopici) omologati per il trasporto di rifiuti speciali.
Infine, ma non da ultimo, è importante che l’impresa valuti la correttezza del fissaggio dell’orditura alla struttura (tipo e numero di tasselli e pannelli, lunghezza e tipo viti) per evitare lo scoperchiamento della copertura in caso di eventi avversi (si tratta di casi considerati eccezionali ma che, purtroppo, si verificano sempre più spesso).
Fasi di lavoro: coordinamento, rimozione e posa
Una volta rimosso l’amianto con le dovute accortezze, si passa alla fase della posa dei pannelli. È fondamentale che non passi molto tempo tra la prima e la seconda operazione, per evitare che la struttura sottostante, che potrebbe ospitare una realtà lavorativa con macchinari, impianti e materiali, rimanga senza copertura.
Il consiglio è, quindi, quello di affidarsi a imprese che possano assicurare entrambe le operazioni, per velocizzare i tempi ed evitare imprevisti.
Una volta posati i nuovi pannelli, si procede alla ripiegatura in verticale della lamiera lungo la linea di colmo e alla base di tutti i corpi in elevazione. Successivamente, si sigillano colmi e camini con poliuretano a spruzzo, si posano gli elementi di colmo scantonati sulle greche e si predispongono tutte le opere di lattoneria di completamento con forme, sviluppi e sigillature adeguati.
Quest’ultima operazione è fondamentale, in modo che la tenuta all’acqua sia garantita non solo durante le pioggerelline di novembre, ma anche con temporali e venti più forti.
Garanzia e sgravi fiscali
Al termine dei lavori, l’impresa dovrà rilasciare una seria garanzia decennale, informando il cliente anche riguardo all’eventuale possibilità di usufruire di sgravi fiscali relativi al miglioramento dell’isolamento termico (e deve essere in grado, perciò, di calcolare gli spessori di isolante necessari al rispetto dei valori di trasmittanza termica richiesti per gli sgravi).
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